Storie sulla saggezza

di SRI GANESHA

9 LA SAGGEZZA DI GANESHA

10 L’UNICO DENTE DI GANESHA

11 IL MATRIMONIO DI GANESHA CON BUDDHI E SIDDHI

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LA SAGGEZZA DI GANESHA

 

    Ganesha aveva un fratello che si chiamava Karthikeya.

 

    Un giorno, girovagando nel bosco trovarono un frutto sconosciuto, lo scoprirono insieme ed insieme lo raccolsero. Pensavano di esserne entrambi i possessori e non volevano dividerlo in due, non riuscivano a trovare la soluzione, a chi apparteneva quel frutto ? Chi lo avrebbe mangiato ?

 

    Tornarono sul Kailash ed andarono dai loro genitori pensando che fossero gli unici capaci di risolvere la questione. Esposero l’accaduto a Shiva e Parvati e con espressione di giubilo mostrarono il frutto. Shiva aveva subito riconosciuto il frutto e disse che era conosciuto come il frutto che dona l’immortalità ed una conoscenza infinita a colui che lo mangia ma, c’è sempre un ma, il possessore del frutto doveva esserne degno sia per il fatto di possederlo e ancora di più per poterlo mangiare. Allora Shiva e Parvati, senza parlarsi, comunicarono tra di loro attraverso la mente silenziosa e decisero di fare una proposta.

    Shiva disse : “Per decidere che tra voi due sarà il possessore del frutto e potrà mangiarlo vi proponiamo una gara. Dovrete fare il giro del mondo per 3 volte. chi fra voi due tornerà per primo al monte Kailash sarà il degno possessore del frutto.”

 

    I due fratelli accettarono la sfida e furono subito pronti per intraprendere la gara.

    Kartikeya era molto abile, atletico e capace nelle arti della guerra, il suo corpo era agile e leggero, prese immediatamente il suo vahana, veicolo, un pavone bellissimo, e partì librandosi nel cielo azzurro. Iniziò a volare sopra la terra e rimaneva incantato dalla bellezza di ciò che vedeva; senza sosta avanzava nel suo viaggio.

 

    Ganesha era molto simpatico, gentile, allegro ma il suo corpo era ingombrante,  goffo, con la pancia che pesava, il suo vahana era un piccolo topo che non poteva volare, vi salì sopra e l’immagine era veramente divertente, fecero pochi metri e Ganesha decise di fermarsi. Pensò tra se e se : “In questo modo non riuscirò mai a vincere la gara, devo trovare un modo più intelligente per farlo !”

 

    Si diresse verso i suoi amati genitori, chiese loro di rimanere fermi dove stavano e con rispetto e sacralità al tempo stesso, iniziò a girare intorno a Loro, recitando Mantra sacri in segno di devozione. Fece 3 pradakshina intorno a Loro poi si fermò, fece il Pranam ad entrambi prostrandosi ai Loro piedi. Poi si alzò e sorrise guardandoli.

 

    Shiva e Parvati erano compiaciuti, avevano capito bene quale fosse l’intenzione di Ganesha ma Shiva voleva che Ganesha stesso la spiegasse ad alta voce. Allora chiese al figlio : “Cosa significa ciò che hai fatto ? Quali erano le tue intenzioni ?”

 

    Ganesha rispose : “O Padre, Tu ci hai chiesto di fare 3 giri intorno al mondo. Per me, Voi siete più del mondo. Per me Voi siete l’intero Universo. Io mi inchino a Voi che siete l’Origine della mia vita e siete tutto per me.”

    Shiva e Parvati furono colpiti dalle parole di Ganesha e decisero di dare il frutto della conoscenza e dell’Immortalità a Sri Ganesha. 

    

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L’UNICO DENTE DI GANESHA

 

    Ci sono molte storie sul perché Ganesha abbia un solo dente ma credo che questa sia la storia più bella.

    La storia antica ci narra che il rishi Vyasa scrisse il grande poema epico intitolato Mahabharata, anzi, per essere precisi, Vyasa  ‘vide’ lo svolgersi degli eventi ed ‘udì’ la narrazione della grande epopea, sentiva dentro di lui la grande spinta creativa, la necessità di narrare gli eventi. Decise così di chiedere a Ganesha di collaborare con lui, o forse, Ganesha stesso apparve e si propose come suo scriba. Fatto sta che Ganesha pose la condizione che Vyasa non si interrompesse mai durante la narrazione, che la dettatura fosse un flusso continuo della sua ‘visione’; anche Vyasa pose una condizione : che Ganesha non solo scrivesse ogni verso del ‘canto’ ma che ne comprendesse ogni singola parola, ogni significato esplicito ed implicito.

    Con così grande maestri l’opera ebbe inizio ed il compito era pari alla loro dedizione, attenzione e bravura.

    Procedendo con la dettatura dei ‘canti’ accadde che il pennino di Ganesha, a causa dell’uso intenso, si ruppe, allora Ganesha, per non interrompere il flusso narrativo, si ruppe un dente e ne fece un pennino, lo immerse nell’inchiostro e continuò a scrivere.

    Ganesha sacrificò un suo dente per poter continuare l’opera. La determinazione, la fedeltà agli accordi presi e la totale concentrazione permisero ad entrambi di completare l’opera, si dice, dopo tre anni continui di lavoro, sia di giorno che di notte.

 

    L’impegno congiunto del dio Ganesha con il rishi Vyasa in questo grande lavoro generò uno dei più grandi poemi epici di tutta la storia dell’umanità, un dono divino per illuminare, guidare e, speriamo, rendere più saggi coloro che lo leggono.

NOTA :

    Mahabharata significa Grande Bharata, Bharata è il nome di un Eroe  Indiano che ha dato origine al nome della sua terra. Il Mahabharata è uno dei due grandi poemi epici indiani, l’altro è il Ramayana.

Il “grande poema sulla guerra tra i discendenti di Bharata” consta di 106.000 strofe, suddivise in diciotto libri, che ne fanno l’opera più imponente non solo della letteratura indiana, ma dell’intera letteratura mondiale. L’attuale stesura peraltro non sarebbe che la sintesi della materia originaria, già nota attorno alla metà del II millennio a. C. Il nucleo originale è nato in epoche ancora più antiche e si perde nella notte dei tempi, quando la conoscenza era solo orale e si trasmetteva da maestro a discepolo e la memorizzazione dei testi sacri era effettuata con tecniche mnemoniche particolari e molto accurate fin dalla prima infanzia.

    La tradizione dice che l’autore del nucleo centrale sia il rishi Vyasa che avrebbe dettato il poema al dio Ganesha. Nelle epoche successive il poema sarebbe stato arricchito da molti versi aggiunti da vari  autori.

    La struttura del poema è molto complessa, raccoglie fiabe e leggende che costituiscono parte del ricco patrimonio mitologico indiano, vi sono inserite discussioni filosofiche e religiose esposte da vari saggi, racconti autonomi ( come la storia di Savitri, principessa che per amore sconfigge il dio della morte ) e, naturalmente, la trama principale che descrive la lunga diatriba che poi sfocerà nella sanguinosa guerra tra i discendenti di Bharata, i cugini nemici Kaurava e Pandava, che decisero sul campo di battaglia, a Kurukshetra, le sorti del regno di Hastinapura.

    Il nucleo centrale più importante del poema dal punto di vista filosofico-spirituale è il dialogo sul campo di battaglia di Sri Krishna ed Arjuna, l’Avatara incarnato di Sri Vishnu ed Arjuna, il campione dei Pandava, grande guerriero della sua Casata.

    L’episodio, intitolato ‘ Bhagavad Gita’  Canto del Beato, è il dialogo intimo e personale tra il Dio Supremo incarnato e l’eroe Arjuna. Capolavoro letterario in lingua sanscrita, denso di valore spirituale, rappresenta uno dei grandi capolavori di Conoscenza sintetica Yogica, in cui vengono indicate in modo magistrale le tre grandi vie dello Yoga : Karma Yoga, Jnana Yoga e Bhakti Yoga, rispettivamente : lo Yoga dell’Azione, lo Yoga della Conoscenza e lo Yoga della Devozione.

 

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IL MATRIMONIO DI GANESHA CON BUDDHI E SIDDHI

 

    Questa storia si basa sulle narrazioni del ‘Ganesha Purana’.

    Si possono trovare versioni diverse in cui il dio Ganesha sposa Buddhi e Siddhi figlie di Prajapati Vishwarupa.

    Questa narrazione ci parla del dio Ganesha che sposa Buddhi e Siddhi, figlie di Brahma.

 

   Il dio Brahma, creatore dell’Universo, e sua moglie Sarasvati, dea della conoscenza, della musica, dell’arte, della parola e della saggezza, avevano due figlie bellissime : Buddhi e Siddhi. Quando le fanciulle raggiunsero l’età giusta per potersi sposare, il dio Brahma decise che Ganesha fosse lo sposo ideale per entrambi le sue figlie.

    Il saggio Narada fu subito informato della volontà di Brahma che lo scelse come messaggero. Narada partì subito per il monte Kailash. Lì incontrò Ganesha e gli presentò la proposta di matrimonio. Il dio Ganesha accettò subito la proposta perché le due fanciulle erano l’incarnazione delle più alte qualità.

    Così Narada si affrettò a comunicare la risposta affermativa da parte di Ganesha al dio Brahma il quale si recò immediatamente sul Kailash per incontrare i genitori divini di Ganesha : il dio Shiva e la dea Parvati. Quando anche i genitori di Ganesha accettarono di buon grado la proposta di matrimonio e diedero la loro benedizione alla sacra unione Brahma incontrò Ganesha e formalizzò definitivamente la proposta del grande matrimonio delle sue due figlie con Ganesha ed il dio Ganesha confermò il suo assenso con prontezza.

    Tutto era predisposto e si poteva dare inizio ai preparativi, Brahma andò a Vaikunta, il Regno Celestiale di Vishnu, ed informò personalmente Vishnu e Lakshmi, la sua consorte, del grande evento.

    I Deva, i Siddha, i Vidyadhara ed altri esseri celestiali seguirono con interesse i preparativi del matrimonio del dio Ganesha.

    Il capo degli architetti degli dei, Visvakarma, ricevette l’incarico di organizzare la grande festa. Furono create delle decorazioni eleganti e bellissime in tutto il mondo. Kamadhenu, tutte le fanciulle danzanti ed ogni creatura sulla terra partecipò con gioia e dignità.

    Il dio Shiva e la dea Parvati iniziarono la cerimonia del matrimonio di Ganesha dal monte Kailash. Nandideva, i Dodici Soli, gli Undici Rudra e molte altre divinità parteciparono all’evento.

     Il dio Brahma ed il dio Vishnu accolsero e diedero il benvenuto a tutti gli ospiti e li introdussero nella sala nunziale che era decorata con fiori e lampade illuminate dal fuoco, gli ospiti si sedettero per gioire dello spettacolo.

    Indrani,  la moglie di Indra, insieme ad altre dee,  aiutò le spose Buddhi e Siddhi per prepararsi per il matrimonio.

    I Vidhyadhara, semi-dei, si occuparono della musica e riempirono l’aria con i canti dei Mantra e fiori colorati che scendevano dal cielo.

    Il Dio Brahma e la dea Sarasvati sposarono le loro figlie con il dio Ganesha secondo i sacri riti stabiliti dai Veda.

    Tutti gli ospiti presenti all’evento si prodigarono in auguri di buon auspicio ed accettarono con gioia le sacre benedizioni da parte del dio Ganesha e delle sue mogli, Buddhi e Siddhi.

    Questo meraviglioso matrimonio del dio Ganesha con Buddhi e Siddhi si impresse nella memoria di tutti i partecipanti.

 

NOTA :

    Buddhi in Sanscrito significa “intelligenza”, “volontà intelligente”, “mente pensante” e “comprensione”. Attraverso la buddhi si possono raggiungere le realizzazioni spirituali dello Atman, il Sé, e dell’Essere Interiore, l’Anima.

   Siddhi in Sanscrito significa “perfezione” ed indica, nei processi di realizzazione yogica, lo sviluppo di particolari facoltà o poteri soprannaturali. Spesso gli Yogi, i Rishi ed i Mistici, ricevono questi ‘doni’ dalla Grazia Divina.

 

Devadatta

Bibliografia

Storie liberamente tratte da :

 

SHIVA MAHA PURANA

GANESHA PURANA

DIZIONARIO DELLE RELIGIONI ORIENTALI – Avallardi

GLOSSARIO DEI TERMINI NEGLI SCRITTI DI SRI AUROBINDO – Sri Aurobindo Ashram – Pondicherry

 

https://shreeganesh.com/site/stories/2586/story-lord-ganesha-wedding-with-siddhi-and-buddhi

 

https://shiva.redzambala.com/shaivite-hinduism-explained/ganesha-kartikeya-dharma-devas.html

 

https://www.lotussculpture.com/ganesha-hindu-god-ganapati-elephant-meaning-symbolism.html

 

https://www.hindu-blog.com/2018/12/ganesh-and-ladoo-why-ganesha-is-offered-ladoo.html?m=1

 

https://www.ganeshaspeaks.com/spirituality/hinduism/purana/ganesha-puran/

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