24 ottobre 2022
LAKSHMI PUJA
Incontro su
“LA NASCITA DI LAKSHMI ED I SUOI SIMBOLI”

24 ottobre 2022
LAKSHMI PUJA
Incontro su
“LA NASCITA DI LAKSHMI ED I SUOI SIMBOLI”
Spiegazioni in merito al Tantra
DEVI-PUJA
L’adorazione della Devi
IL TERZO CHARITA
Poi viene l’ultimo o uttama charita, la storia migliore, della Madre :
Due fratelli, Shumbha e Nishumbha, figli di Sunda e Upasunda, i famosi Asura del casato dei demoni di Hiranyakashipu, si erano sottoposti a delle rigorose austerità fin dalla giovinezza e attraverso la forza del loro tapas, riuscirono ad avere udienza da parte di Brahma, che fece loro la grazie di esaudire tutti i loro desideri in aggiunta al dono ( su loro stessa richiesta ) che non avrebbero incontrato la morte per mano degli dei o degli uomini eccetto nel caso di una kanya, una vergine, che non fosse nata da un grembo materno, ayonija.
Allora essendosi gonfiati di orgoglio e potere, i fratelli sfidarono Indra, lo privarono dei suoi diritti e privilegi ottenuti con gli yajnas, sacrifici, lo rimossero dalla sua posizione di re degli dei, stabilirono il loro dominio ovunque, godendo dei diritti e delle posizioni degli dei.
Gli dei si riunirono e ricordando della promessa della Devi di venire in loro soccorso quando fosse stato necessario, andarono sull’Himalaya e offrirono a Lei le loro preghiere per il loro stato miserabile, invocando la Sua presenza ed aiuto.
La Madre fu toccata. Comparì di fronte agli dei in una forma molto attraente, allo stesso tempo luminosa, incantevole ed aggraziata.
Gli Asura erano là, i capi, i messaggeri e la fazione del re demone Shumbha; rimasero infatuati dalla bellezza struggente della Sua forma e fecero delle overtures nei suoi confronti affinchè accettasse di divenire la sposa dei loro re. Furono inviati vari generali per concretizzare questa finalità, ma nessuno ritornò vivo. Tra i generali più importanti che furono eliminati in modo galante dalla Madre, il primo fu Dhoomralochana. Poi venne la volta di Chanda e Munda, due generali che incontrarono il loro destino ultimo per mezzo della ‘risata’ della Madre che perciò fu chiamata Chamunda. Poi arrivò sul campo di battaglia Raktabija che era chiamato in questo modo perché quando ogni singola goccia del suo sangue toccava la terra produceva un Asura, un combattente suo eguale. Ma senza permettere che una singola goccia di sangue cadesse a terra, la Madre lo finì. Infine vennero di persona Shumbha e Nishumbha che attaccarono la Devi in vano e furono abbattuti da Lei.
Bisogna notare che il Suo scontro con Shumbha era stato preceduto dalla distruzione del fratello Nishumbha, abbracciò il fato di milioni di forze di Asura che avevano avuto a che fare con le ‘Piccole Madri’, matrika, che erano emanazioni e vibhuti della grande Madre che alla fine furono richiamate e tutti questi poteri e Personalità-della-Madre furono riuniti nel suo stesso Corpo e uccisero il re-demone Shumbha, avendo accolto la sfida di combattere con lui da sola. Virile e veemente nei Suoi attacchi, per questo ci si riferisce a Lei come Chandi o Chandika.
Il Saptasati è pieno di descrizioni e dettagli, nomi e armi, Asura e Devi Murti, forme della Dea.
Quando l’opera della Devi fu compiuta, gli dei La adorarono e cantarono molti inni in onore delle Sue prodezze, delle Sue molte manifestazioni e del Suo cuore materno. La Dea ne fu compiaciuta e ancora una volta diede la Sua parola di assicurazione che sarebbe stata dalla parte degli dei nei momenti di necessità e di crisi, e dichiarò anche che Lei sarebbe stata sempre presente nei luoghi dove questi inni fossero letti ed usati come preghiere.
Infine la Devi parlò delle Sue incarnazioni future.
Questa è la storia di Mahasarasvati ( chiamata Shumbhadamani ), la Dea che presiede sul sattwa, la qualità di equilibrio della Calma universale in mezzo a tutte le attività e tribolazioni della natura esteriore o nell’esistenza interiore.
CONCLUSIONI DEL DEVI-MAHATMYA
Udendo la grandezza della Madre Divina come esposta dal saggio Medha e rivelata in quelle storie delle Sue tre grandi personalità di Mahakali, Mahalakshmi e Mahasarasvati, il re ed il mercante si convinsero che nulla è impossibile per la Dea Suprema e decisero di adorarla ed essere ricettivi alle Sue benedizioni amorevoli. Ricevendo le istruzioni dal saggio sul metodo e le pratiche segrete di adorazione si ritirarono nelle solitudini della foresta e vissero una vita austera per tre anni, completamente assorbiti nella tapa usando come japa ( la ripetizione di un mantra con un tono di voce non udibile ) i Mantra del famoso Inno Vedico, il Devi Sukta del Rig Veda – devi suktam param japan. Al termine dei tre anni, Chandica, la Dea che sostiene il Mondo, Jagaddhatri, apparve di fronte a loro ed espresse il Suo piacere nel garantire loro ciò che chiedevano.
Attraverso la grazia ricevuta, il re ottenne il suo regno che aveva perso e nella vita successiva, divenne Sarvani Manu con il suo regno sicuro attraverso tutto il ciclo temporale che prese il nome da lui, Savarni Manvantara.
Per sua richiesta Samadhi, il mercante, ricevette dalla Madre Divina quella conoscenza attraverso cui il reale distacco dagli oggetti e desideri del mondo è effettuata ed il senso dell’ ‘io’ e del ‘mio’ è dissolto nello stato beatifico ed eterno della coscienza del Divino, la Verità Suprema, l’Assoluto.
Questo è il fondamento del Saptasati, il Devi-Mahatmya, il capitolo di chiusura che parla del bene, di ciò che è mondano e di ciò che è ultra mondano, che deriva dai benefici di coloro che officiano la Durga Puja, specialmente all’inizio di sarat, l’Autunno, e cantano nelle loro preghiere gli inni rivolti da parte degli dei nelle loro invocazioni a Chandi.
T. K. Kapali Sastry
Libera traduzione dall’Inglese all’Italiano di Devadatta e Kiriti
OPERE COMPLETE – Volume 1 – Il Libro delle Luci-I
PUBLICAZIONI – Sri Aurobindo Ashram – Pondicherry – India
Spiegazioni in merito al Tantra
DEVI-PUJA
L’adorazione della Devi
IL SECONDO CHARITA
Nel secondo Charita della Devi, Medha, il saggio, narra la storia di Mahalakshmi.
Mahishasura, il demone con la testa di bufalo, come risultato delle austerità e penitenze di sua madre Diti, era nato potente, cresciuto impetuoso e dotato di una passione tanto forte da scuotere il mondo al fine di dominare gli dei. Conquistando gli dei egli stabilì il suo potere in paradiso. Gli dei sconfitti capeggiati da Brahma si recarono da Shiva e Vishnu per una consultazione. Quando questi ultimi udirono delle condizioni degli dei, furono così tanto arrabbiati che la loro rabbia emetteva fuoco; delle luci possenti di splendore si emanavano dai corpi di Shiva, Vishnu, Brahma, Indra e altri dei, che formarono una vasta massa di Luce che prese la forma di una donna la cui luce di radiante fulgore riempì i tre mondi. La luce potente di ognuna delle divinità formò una particolare parte del corpo della donna – il suo volto fu formato da Shiva, i capelli da Yama, i suoi seni rotondi da Soma, i fianchi da Indra, le spalle da Vishnu e allo stesso modo le altre parti del corpo furono formate dagli altri dei. Lei fu anche fornita delle rispettive armi degli dei. Questa è la Devi, la Dea Mahalakshmi, che apparve e sfidò l’Asura con un ruggito simile ad un tuono che scosse i tre mondi. Gli dei gioirono quando Lei uccise gli Asura con le sue armi e avvicinandosi a Mahishasura lo schiacciò sotto il Suo piede, e poi gli conficcò il tridente, shula, nel suo corpo. Gli dei riottennero i loro regni perduti, adorarono la Devi e cantarono la Sua gloria. Altamente compiaciuta la Dea promise di tornare a salvare gli dei ogniqualvolta fosse stato necessario o quando gli dei sarebbero stati in pericolo a causa delle forze asuriche, dei demoni.
Così termina li secondo Charita, la storia di Mahishasuramardini, con l’appellativo di Mahalakshmi, la Dea che presiede sul rajas, la qualità ed il potere cosmico di tutte le azioni.
T. K. Kapali Sastry
Libera traduzione dell’Inglese all’Italiano di Devadatta e Kiriti
T. K. Kapali Sastry – OPERE COMPLETE – Volume 1 – Il Libro delle Luci-I
PUBLICAZIONI – Sri Aurobindo Ashram – Pondicherry – India
Immagini prese da Internet
Spiegazioni in merito al Tantra
DEVI-PUJA
L’adorazione della Devi
IL PRIMO CHARITA
Vicino l’eremitaggio del saggio Medha in una foresta, si incontrarono due persone sfortunate, uno dei due era uno Kshatrya e si chiamava Suratha e l’altro si chiamava Samadhi, un Vaishya. Suratha ultimamente aveva perso il suo regno a causa di una invasione intrapresa da un altro re che aveva ottenuto la vittoria per mezzo degli intrighi dei ministri di Suratha e dell’infedeltà dei suoi sudditi. Anche il Vaishya aveva la sua dose di calamità, poiché prima era un ricco mercante e più tardi fu abbandonato, cacciato fuori di casa dai componenti della sua stessa famiglia – da sua moglie, i figli ed i parenti – mossi dall’avidità di potere, di ricchezze e dalla possibilità di essere influenti.
Dopo uno scambio di conoscenze sullo stato reciproco, miserevole, in cui vivevano, entrambi decisero di visitare il saggio che viveva nei dintorni e di esporgli le loro difficoltà poiché capivano che c’era un elemento in comune.
Dopo aver rispettosamente salutato l’eremita, gli narrarono le storie delle loro sfortune e poi gli fecero questa domanda.
Il re disse : “Grande saggio ! Sebbene abbia perso il mio regno e non ho più niente a che fare con esso, il mio cuore è ancora attaccato al senso del sentire denominato ‘mio’, mamatva, in relazione alle persone con cui prima ero in contatto, i ministri, i militari, i funzionari ed i sudditi. Perché questa sensazione egoica di ‘mio’ persiste ancora dal momento che non c’è più alcuna giustificazione per ciò o base di verità ? E qui c’è il mercante ( indicò Samadhi ) che i suoi parenti non vogliono più poiché lo hanno abbandonato; tuttora naviga nella mia stessa barca, con il suo cuore attaccato alla moglie e figlie, ai figli e ai parenti, alle relazioni passate. Cosa è questo mistero ? Quale è la causa di questa incorreggibile illusione, moha, di cui siamo vittime ? Non siamo dei folli inconsapevoli di ciò che è sbagliato e malvagio; nonostante comprendiamo i fatti siamo trascinati da una forza irresistibile verso questo incantesimo di mamatva, ‘mio’. C’è una causa ? C’è un rimedio ? Che tu possa degnarti di venire in nostro soccorso, O saggio.”
LA CAUSA ALLA RADICE
Medha, il saggio, rispose esponendo la radice della causa di tutta la sofferenza ed indicò il rimedio :
“Tutte le creature hanno una loro coscienza ed hanno l’istinto di preservare se stessi e la loro conoscenza arriva fino agli oggetti dei sensi. In relazione agli esseri creati, alcuni sono nati in modo che non vedono di giorno, altri ancora non vedono di notte, mentre altri ancora vedono di giorno e di notte, in egual modo. La conoscenza dell’uomo non è migliore di quella degli uccelli e delle bestie che mostrano di avere grandi abilità per preservare se stessi e ciò che è loro. Qui di nuovo, il senso ed il sentire come ‘mio’ è diffuso in tutta la creazione – negli uomini così come nelle bestie. Saputo ciò la causa di tutto questo è l’ignoranza, avidya, che non è la creazione di qualche essere sulla terra o in paradiso. E’ il prodotto delle azioni di mahamaya, il grande potere illusorio del Signore Vishnu. Lei è il potere che vincola così come è il potere che libera, è causa di ignoranza e causa di conoscenza. Attraverso di Lei tutto l’universo è stato attivato ruotando incessantemente e contiene in esso tutto ciò che è mobile ed immobile. Lei, in breve, è il Potere di Hari, il Signore dell’Universo, chiamato yoga-nidra, il Potere-Dormiente dello yoga, l’equilibrio sovracosciente dell’Essere Supremo.
Suratha chiese al saggio di parlare ancora di Lei, allora il saggio continuò :
“Sebbene Lei sia eterna, immanente in tutto l’universo che è la Sua incarnazione, Lei prende vita di volta in volta, incarnandosi in una forma speciale di Sua scelta, affinchè il governo degli Dei ( nel cosmo ) abbia successo, per poter stabilire i Principi Divini nell’ordine del mondo così che il suo funzionamento possa progressivamente armonizzarsi con le verità eterne e le leggi più alte della Divinità creativa.”
Alla chiusura di un ciclo precedente quando il cosmo era addormentato nell’Essere Oceanico della sua stessa Causa, e Vishnu, il Signore, era nel suo sonno sopra-fisico, yoga-nidra, due asura, Madhu e Kaitabha nacquero dal cerume di scarto dell’orecchio del Signore e cercarono di uccidere Brahma, il creatore che risiede nel loto-ombellico di Hari. A questo punto Brahma cercò la grazia della dea del Sonno che albergava negli occhi del Signore ed iniziò a cantare le lodi della Devi. In risposta a ciò, Mahakali, la terribile signora della Notte, il culmine dell’Oscurità, tamasiratri, assecondò la preghiera di Brahma e svegliò Vishnu dal sonno e ciò portò alla distruzione dei due Asura : questo è il modo in cui Lei prese il nome di Madhu-Kaitabha-Nasini.
Così finisce il primo Charita, la storia di Mahakali che è la Dea che presiede sul tamas Divino.
T. K. Kapali Sastry
Libera traduzione dell’Inglese all’Italiano di Devadatta e Kiriti
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Spiegazioni in merito al Tantra
L’Adorazione della Devi
DEVI-MAHATMYA
Il testo sacro più importante e universalmente usato nell’Adorazione di Durga specialmente durante il Dasara è chiamato Devi-Mahatmya, “La Gloria della Dea”, oppure Chandi per come è conosciuta popolarmente in Bengala. Esso ( il Devi-Mahatmya ) riguarda tredici capitoli del Markandeya Purana ( Chs.76-88 ) e contiene settecento versi, Saptashati e la storia è narrata dal saggio Markandeya a Kroshtuki. Sebbene faccia parte di un Purana, il Tantra riconosce la sua degna preminenza nel campo della letteratura sacra relativa alla devozione ed adorazione della Shakti, l’Energia Femminile o Madre dei Mondi; ed infatti, il Katyayani Tantra tratta ognuno dei settecento versi come un mantra e ne menziona il suo uso in accordo alle formulae prescritte per gli elaborati cerimoniali nei riti Tantrici. Il Saptashati è tenuto in così tanta venerazione che il testo stesso è adorato come identico alla Dea, che si manifesta nei suoi mantra o nei versi ispirati. Anche nei giorni ordinari, i suoi parayanam, i canti sacri, continuano ad essere recitati in molte case per respingere le influenze sinistre, per l’invocazione delle benedizioni della Devi, per rimuovere le sofferenze terrene o per il raggiungimento di felicità più alte e durature. E’ sempre e solo l’iniziato che è competente nella pratica del parayanam ed agli altri è proibito ( fare tale pratica ).
Ci sono tre Charita o Storie della Devi che sono contenute in questi settecento versi e tutto il Saptashati è letto ogni giorno, se possibile; oppure ( si legge ) un Charita ogni giorno, è letto per finire il testo in tre giorni, oppure in alcune parti della nazione ( Indiana ) come ( nello Stato del ) Kerala, la lettura di tutto il testo di tredici capitoli è distribuito nei sette giorni della settimana nell’ordine di 1,2,1,4,2,1,2, capitoli iniziando la lettura ogni Domenica con il completamento del testo ogni settimana, un anno dopo l’altro questa convenzione è preservata nella parola in codice pa tho yem vi pra ka rah.
I tre Charita della Dea nel Devi-Mahamatmya sono in verità delle spiegazioni sulla Gloria delle tre Personalità salienti ed Aspetti della Madre, cioè : Mahakali, Mahalakshmi, Mahasaraswati; ed è di queste tre che si parla rispettivamente nel primo, secondo e terzo Charita del Chandi. Il primo Charita è dedicato a Mahakali ed è tutto compreso nel primo capitolo con cui inizia la storia. Il secondo Charita è la storia di Mahalakshmi che si svolge nei successivi tre Capitoli ed il terzo, la storia di Mahasaraswati, è narrata nei rimanenti capitoli del Saptashati.
T. K. Kapali Sastry
Libera traduzione di Devadatta e Kiriti
T. K. Kapali Sastry
OPERE COMPLETE – Volume 1 – Il Libro delle Luci-I
PUBLICAZIONI DIPTI – Sri Aurobindo Ashram – Pondicherry – India
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Domenica 2 ottobre 2022
Incontro su :
“IL GRANDE RISVEGLIO 5”
LA VERACITA’ INTRINSECA
Spiegazioni in merito al Tantra
DEVI-PUJA
L’adorazione della Devi
Il festival Universale
Non c’è nessun altro festival all’infuori del Dasara ( festival ) che venga celebrato annualmente per dieci giorni con un entusiasmo ed una grandiosità insuperabili, con sentimento e richiamo religioso, con l’esibizione delle abilità degli artigiani della nazione e la creazione estetica presentata nella forma di produzioni artistiche e di designs artistici che adornano i templi dell’India, i Matt, le case, a migliaia e milioni. In ogni parte del subcontinente ( Indiano ), in questa antica terra di Bharata Varsha, da Kanyakumari fino a Himachal, da Kamarup fino a Dwaraka, numerosi gruppi di Hindù, qualunque sia la loro differenza di casta, di credo o stato sociale, condividono la gioia di questo giubileo dell’intero paese. Offrono la loro adorazione ( venerazione ) in accordo con le proprie pratiche famigliari o ( in base ) alle tradizioni della comunità, e così mantengono la tradizione veneranda di posare le loro offerte presso l’altare della Madre Divina, in un tempio, in un Matt o in un Mandir, nelle proprie case, dove un luogo sacro e santificato è riservato per lo scopo, o in qualsiasi altro modo in ossequio ai suggerimenti dei loro cuori.
Tutti sono d’accordo ( sul fatto ) che sia la Madre Divina a cui rendono il loro omaggio e donano se stessi a Lei, invocano le Sue benedizioni affinchè ( possano ) riversarsi sui Suoi figli.Per lo Shivaita, Lei è Shiva-Shakti, la consorte di Shiva o l’ ardhanga, la metà inseparabile, dello stesso corpo del grande dio, Mahadeva. Per il Vaishnava, Lei è Sri, l’eterno Splendore stabile nel cuore di Vishnu, l’Essere Supremo che mantiene la manifestazione di questa esistenza cosmica. Per lo Shakta completamente sbocciato, Lei è la grande Dea, la Madre di tutta la creazione, di tutti gli dei e dei loro mondi, che crea, preserva e dissolve, che costituisce e dirige tutte le attività dell’Universo. Lei vela la Sua stessa verità- la Verità Assoluta al di là – dalla visione delle Sue creature, divinità, così come degli uomini, ed anche attraverso la Sua stessa Grazia svela Sé stessa, la Sua Verità trascendentale, alla loro visione ed esperienza per ( il raggiungimento della ) beatitudine finale, per passare attraverso l’Ignoranza, per ( il raggiungimento della ) vita liberata ed illuminata o per il loro assorbimento nella Sua stessa Beatitudine e nel Suo Essere Assoluto.
I Suoi nomi sono molti, poiché molti sono i Suoi aspetti, molte le Sue funzioni e parti cosmiche. Ma un Nome, attraverso cui l’India L’ha riconosciuta ed adorata per innumerevoli secoli è Durga- la Dea che è difficile avvicinare con il pensiero-visionario totale, con la ricerca devota e con gli sforzi yoghici dell’uomo.
Lei è la Devi che Arjuna ( seguendo ) l’ingiunzione di Sri Krishna, adora alla vigilia della guerra del Mahabharata, e riceve da Lei le benedizioni ed il dono della vittoria, – confermati dalla promessa del Signore, – come è menzionato nel Bhisma-Parva della grande epica.
Essendo trascorso molto tempo ( dall’epoca in questione ), è difficile fissare il periodo esatto in cui la Durga-Puja, l’adorazione della Madre Divina, inizia ad essere celebrata per le prime nove notti, navaratra, o dieci, dasara, del mese lunare degli Ashwin. Ma c’è la tradizione che Arjuna riprese il suo gandiva ed altre armi che giacevano dormienti durante la vita in incognito dei Pandava, nel decimo giorno, dasami, degli Ashwin, all’avvio di Sharat, la stagione autunnale che, con il suo procedere, fu testimone della grande battaglia di Kurukshetra. Quindi, il decimo giorno che completa il Festival Navaratra nel nostro tempo viene chiamato Vijayadasami, Vijaya che è un epiteto di Arjuna, il vittorioso.
T. K. Kapali Sastry
OPERE COMPLETE – Volume 1 – Il Libro delle Luci-I
PUBLICAZIONI DIPTI – Sri Aurobindo Ashram – Pondicherry – India
Libera traduzione dell’Inglese all’Italiano di Devadatta
L’immagine di Durga su fondo bianco è presa da Internet.
L’immagine di Durga incisa su legno è dell’Associazione Culturale Saggezza.
UN TUFFO NEL CIELO
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”
Dante Alighieri
Divina Commedia
Inferno Canto XXXIV ultimo verso
Martedì 6 settembre 2022
Incontro su :
DANTE ALIGHIERI
“Se tu segui la tua stella,
non puoi fallire a glorioso porto”
( Inferno XV 55-56; 2 )
Domenica 4 settembre 2022
30 agosto 2022
GANESHA CHATURTHI
Incontro su
“I SIMBOLI DI GANESHA
ED ALCUNE STORIE DELLA SUA VITA”
Associazione Culturale Saggezza - Via Cavour, 16 Chiaravalle 60033 ( An ) Italy - Codice Fiscale 93153830422
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