ATENA

Il Partenone e la statua di Fidia  

FIDIA

    Di Fidia, figlio di Carmide, ateniese, non sappiamo molto … ma conosciamo la salda amicizia che lo lega a Pericle, protagonista della scena politica ateniese per un ventennio. L’inizio della sua carriera deve collocarsi prima del 480 a.C. Inizialmente apprendista pittore, si dedica alla scultura in bronzo, forse sotto la direzione del maestro argivo Agelada, sebbene nessun bronzo fidiaco sia conservato. Le fonti … lo celebrano ripetutamente come realizzatore di perfette immagini di dei, solenni nella loro gravità ed eleganza.

    Fidia fu creatore delle due colossali statue in oro ed avorio di ATENA PARTHENOS per l’Acropoli di Atene e di ZEUS per il tempio di Olimpia : i due colossi crisoelefantini devono aver suscitato costante ammirazione, ma ne abbiamo solo repliche, come l’Atena del Varvakeion, in marmo e in formato ridotto, o descrizioni letterarie.

    Plinio … nella sua Naturalis Historia, conclusa nel 77-78 d.C., così parla di Fidia : “Ma il sommo fra tutti è Fidia di Atene per il Giove di Olimpia, statua in avorio e oro ( ma egli fece anche statue di bronzo ). Il suo apogeo si colloca durante la 83° Olimpiade”. Poco prima della metà del secolo, la sua bottega di bronzista è già attiva in Atene, e risponde a numerose commesse pubbliche. Fonde nel bronzo ricavato dalla decima di Maratona la colossale statua dell’Atena Promachos  ( in prima fila in battaglia ), che con i suoi quasi nove metri di altezza accoglieva dal suo piedistallo chi accedesse all’Acropoli di Atene, ma era visibile, secondo Pausania, anche da chi in nave doppiasse capo Sounio. 

Ricostruzione pittorica del Partenone
( Immagine presa da Internet )

 

IL TEMPIO CHE CHIAMIAMO PARTENONE,

SEDE DELLA DEA VERGINE

 

    Un grande tempio per cancellare il ricordo dell’invasione persiana e celebrare Atena, protettrice della città, è nei piani di Pericle ( il grande statista della città ateniese ).

    Il progetto del tempio di Atena Vergine ( Parthenos ) si realizza, non senza opposizioni, tra il 447 ed il 432 a.C. L’area scelta per l’edificazione del tempio è nel settore meridionale dell’acropoli, già occupata dal cantiere tardo-arcaico per la costruzione del tempio alla Parthenos mai terminato, devastato dai persiani di Serse e ripreso da Callicrate.      

    Il progetto viene affidato a Ictino, personalità geniale in grado di reinterpretare e vivificare il linguaggio dell’architettura dorica. Ictino sfrutta il basamento del vecchio edificio ampliandolo e cambiando le proporzioni, ma smontando con cura e riutilizzando i materiali già in opera e inserendo nel proprio progetto anche le idee del suo predecessore. Precisi calcoli matematici governano la realizzazione della costruzione, in una sintesi tra la volontà di realizzare un edificio totalmente nuovo e la necessità di utilizzare elementi della precedente opera.

    L’impianto molto tradizionale, stretto e allungato con sei colonne in facciata, viene sostituito da Ictino con un edificio ottastilo, una novità rispetto ai canoni tradizionali del dorico. Il risultato della modifica planimetrica è l’amplificazione dello spazio a disposizione per la cella, larga quasi 19 metri invece di 12.

    Al suo interno lo sguardo, indirizzandosi alla colossale statua crisoelefantina di Atena Parthenos realizzata da Fidia, percepiva la cella come uno spazio sgombro, grazie anche ad una semplice ma brillante soluzione : due file parallele di colonne doriche sui lati lunghi della cella, collegate da una terza fila sul lato breve opposto all’ingresso, formano un colonnato a U a due ordini che incornicia il simulacro e sostiene il soffitto a cassettoni, annullando la percezione della trave maestra. Sul lato opposto a quello della cella, un’ampia apertura conduce dall’opistodomo a un ampio vano quadrato la cui copertura è sorretta da quattro colonne ioniche che raggiungono l’altezza dei soffitti grazie alle slanciate proporzioni.

    Ma la ricerca di forme innovative investe anche il volume esterno dell’edificio, con la creazione di proporzioni potenti e slanciate per le colonne del peristilio, più sottili nella seconda fila di sei colonne doriche su ognuno dei lati brevi. La perfezione dell’effetto d’insieme è ottenuta con la messa in atto di correzioni ottiche, cui si sommano anche minime correzioni eseguite sui singoli elementi. Sulla struttura in candido marmo curata nei minimi particolari, l’uso della policromia, con toni di rosso, azzurro, oro, segnava alcuni elementi come le modanature e i cassettoni, completando e sottolineando i volumi dell’edificio.

    L’architettura “perfetta” è completata dalla decorazione pittorica e scultorea, nella cui realizzazione Fidia svolge un ruolo fondamentale : il complesso delle metope del fregio dorico, dei frontoni e del fregio della cella rivela l’attività di più scultori, alcuni legati al modo severo, altri di ispirazione più innovativa, ma l’unità di ispirazione che ne emana deve essere ricondotta al maestro, il quale indirizza modi e stili diversi su un percorso evolutivo di ricerca di forme nuove. Inoltre la fabbrica del Partenone, nuova scuola di stile, materializza anche un nuovo mondo etico e religioso, caratterizzato dal rinnovamento dei culti : le nuove forme sono per un nuovo mondo divino, quello dell’Atene di Pericle e del partito democratico, di cui Fidia rappresenta la voce. Migliaia di figure, ad alto e bassorilievo e a tuttotondo, sono probabilmente eseguite da squadre diverse di scalpellini e registrano le svolte, le scoperte e le rivoluzioni formali che la scultura partenonica  realizza nel breve arco di un quindicennio… 

    Al centro del frontone orientale che rappresenta la nascita di Atena, è Zeus in trono : la scure di Efesto, dietro di lui, apre nel suo cranio il varco da cui fuoriesce Atena in armi; ai due lati, tra i cavalli dei cocchi di Helios ( il Sole ) che sorge e di Selene ( la Luna ) che tramonta, le altre divinità sono riunite nell’attesa dell’evento. A partire dalla scena centrale, la tensione si stempera procedendo verso gli angoli del frontone : gli dei si rilassano raccolti in eleganti gruppi, più o meno concentrati sull’avvenimento. Insieme agli dei, anche gli eroi attici assistono alla contesa tra Atena e Poseidone per il possesso dell’Attica, messa in scena nel frontone occidentale tra le personificazioni dei fiumi dell’Attica. 

 

Bibliografia :

Tratto da LA STORIA DELL’ARTE

Il mondo classico – Volume 2 – Electa

 

 

Ricostruzione pittorica della statua di Atena realizzata da Fidia
( Immagine presa da Internet )

LA STATUA DI ATENA

    Questa è la descrizione della statua di Atena, l’immagine sottostante è una rappresentazione pittorica realizzata in base alle testimonianze scritte e alle copie in formato ridotto della scultura stessa.

    La gigantesca statua crisoelefantina ( di oro e avorio ) realizzata da Fidia e posta nella cella del Partenone nel 438 a.C., unanimemente considerata dagli antichi tra le massime espressioni dell’arte greca. Le parti che rappresentavano la pelle erano realizzate in avorio, il resto in lamina d’oro su un’ossatura di legno… Le dimensioni reali della statua, ben note attraverso la descrizione di Pausania e altre fonti antiche – dovevano superare gli 11 metri di altezza. La dea è raffigurata stante, con il braccio destro proteso a sostenere la dea della Vittoria Alata ( Nike ). Ha il capo  coperto dall’elmo attico con il cimiero a tre teste, con una sfinge affiancata da due Pegaso, sul petto sfoggia l’egida con la testa di Gorgone, sotto la quale indossa il peplo attico con kolpos e apoptygma, stretto in vita da due serpenti. La mano sinistra sostiene un grande scudo decorato all’esterno, secondo quanto riferisce Plinio, con una scena in rilievo di Amazzonomachia, mentre all’interno era dipinta una battaglia tra dei e giganti e sui sandali era raffigurato un combattimento tra lapiti e centauri. Dietro allo scudo si intravedono le spire del serpente sacro Erittonio. Sul basamento si trovava un altro rilievo con la nascita di Pandora. Nella biografia di Pericle, Plutarco precisò che : “Fidia rappresentò sé stesso nelle vesti di un anziano calvo che solleva una pietra con ambo le mani e Pericle, splendidamente scolpito, in combattimento con un’amazzone”. 

 

Bibliografia :

Tratto da LA STORIA DELL’ARTE

Il mondo classico – Volume 25 – Electa

L’immagine in alto in evidenza è il Partenone

( Immagine presa da Internet )